L’intima unione tra Uomo e Natura è ben espressa nella vita e nei racconti degli indios amazzonici.
La lettura dei loro miti e delle loro fiabe rivela una concezione religiosa della vita che finisce collegare in un destino creaturale comune tutti gli esseri viventi: uomini, piante e animali, infatti, sono legati tra loro da invisibili ma solidi fili magici, che rendono fantastica la realtà.
La commistione tra elementi reali ed elementi fantastici è tipica della produzione letteraria dei maggiori scrittori sudamericani (Borges, Garcia Marquez,…) ed è riscontrabile anche nella produzione per ragazzi. Un esempio felice è la “Trilogia di Aquila e Giaguaro” di Isabel Allende,nella quale sono narrate le avventure di due adolescenti, uno occidentale e l’altra india, sospese tra atmosfere di sfondo magiche e pericolose.
Le invenzioni narrative della famosa scrittrice argentina sono indicate per mostrare ai giovani l’importanza della tolleranza e del rispetto dovuto alle altre culture; la loro lettura è piacevole e significativa, adatta a giovani lettori curiosi e dalla mentalità aperta.
Le leggende amazzoniche, inoltre, offrono lo spunto per una riflessione critica sul ruolo del “bianco civilizzatore”, descritto spesso come un essere limitato, seppure pericoloso, perché privo della facoltà di intravedere il connubio inscindibile che lega tutti gli esseri terrestri, cioè vivere nello stesso unico grande ambiente: il pianeta Terra, appunto.
Tutti gli esseri viventi godono della stessa dignità creaturale: anche "spiriti e mostri"…
Gli dèi hanno creato il mondo perché fosse abitato in condominio, senza padroni di casa.
Come afferma la Bibbia, l’uomo non è il destinatario unico della creazione, bensì il suo custode e dunque è responsabile della sua conservazione.
Se l’uomo distrugge l’ambiente viene meno alla sua missione divina.
Il bianco soffrirebbe di invidia nei confronti dell’indio perché gli rammenta la perdita di quella ancestrale purezza creaturale avvenuta nella notte dei tempi,quando l’unione Uomo-Natura non era ancora compromessa dalla superbia di quella che, forse a torto, chiamiamo "civiltà" occidentale.
http://ww2.raccontidifata.com/2011/04/indios-luomo-natura.html
La lettura dei loro miti e delle loro fiabe rivela una concezione religiosa della vita che finisce collegare in un destino creaturale comune tutti gli esseri viventi: uomini, piante e animali, infatti, sono legati tra loro da invisibili ma solidi fili magici, che rendono fantastica la realtà.
La commistione tra elementi reali ed elementi fantastici è tipica della produzione letteraria dei maggiori scrittori sudamericani (Borges, Garcia Marquez,…) ed è riscontrabile anche nella produzione per ragazzi. Un esempio felice è la “Trilogia di Aquila e Giaguaro” di Isabel Allende,nella quale sono narrate le avventure di due adolescenti, uno occidentale e l’altra india, sospese tra atmosfere di sfondo magiche e pericolose.
Le invenzioni narrative della famosa scrittrice argentina sono indicate per mostrare ai giovani l’importanza della tolleranza e del rispetto dovuto alle altre culture; la loro lettura è piacevole e significativa, adatta a giovani lettori curiosi e dalla mentalità aperta.
Le leggende amazzoniche, inoltre, offrono lo spunto per una riflessione critica sul ruolo del “bianco civilizzatore”, descritto spesso come un essere limitato, seppure pericoloso, perché privo della facoltà di intravedere il connubio inscindibile che lega tutti gli esseri terrestri, cioè vivere nello stesso unico grande ambiente: il pianeta Terra, appunto.
Tutti gli esseri viventi godono della stessa dignità creaturale: anche "spiriti e mostri"…
Gli dèi hanno creato il mondo perché fosse abitato in condominio, senza padroni di casa.
Come afferma la Bibbia, l’uomo non è il destinatario unico della creazione, bensì il suo custode e dunque è responsabile della sua conservazione.
Se l’uomo distrugge l’ambiente viene meno alla sua missione divina.
Il bianco soffrirebbe di invidia nei confronti dell’indio perché gli rammenta la perdita di quella ancestrale purezza creaturale avvenuta nella notte dei tempi,quando l’unione Uomo-Natura non era ancora compromessa dalla superbia di quella che, forse a torto, chiamiamo "civiltà" occidentale.
http://ww2.raccontidifata.com/2011/04/indios-luomo-natura.html
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